Spiedì distribuisce gli utili ai dipendenti

Spiedì srl
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Nella foto in alto, Roberto Di Domenico, presidente di Spiedì srl

Promessa mantenuta! Spiedì, tenendo fede a un accordo sancito nel 2021, ha distribuito ai propri collaboratori il 5% degli utili dell’ultimo bilancio aziendale. “Per noi, si tratta di un’enorme soddisfazione perché la partecipazione dei lavoratori ai successi aziendali dà ancora più forza alla squadra”, dice il presidente Roberto Di Domenico, cofondatore con il fratello Marino di un’azienda – Spiedì srl –  che, grazie a un prodotto di alta qualità e a una rara capacità di innovazione, è diventata leader nazionale nella produzione e vendita degli arrosticini.

Il presidente Roberto Di Domenico: Così diamo maggiore forza a una squadra di cui sono orgoglioso

Nel 2021, si diceva, Spiedì ha stipulato un contratto integrativo di secondo livello, sottoscritto dal sindacato FAI-CISL. “Quell’accordo è stato un passo di straordinaria importanza perché ha rafforzato l’impegno dell’impresa per la valorizzazione del Team Spiedì”, aggiunge il presidente Roberto Di Domenico. “Dal nostro punto di vista, un’azienda deve assolvere a un dovere sociale: creare ricchezza e benessere anche per i propri dipendenti e collaboratori, che alle spalle hanno delle famiglie, nonché per il territorio in cui insiste. Ogni giorno, come imprenditori, siamo chiamati ad affrontare nuove sfide, sempre più probanti, e per superarle è indispensabile una squadra coesa e brava. Io sono orgoglioso della squadra Spiedi’ “.

A cura di Marco Camplone Comunicazione d’impresa

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La storia di Spiedì ha una data ufficiale, marzo 1987, e una data non ufficiale, metà ‘800, prima dell’Unità d’Italia. Tra i due periodi corre oltre un secolo. Quattro generazioni. I bisnonni di Roberto e Marino, a Torre de’ Passeri, l’antica Turris Passum, letteralmente Torre del Passo, aprono una macelleria che pare un azzardo perché quasi tutte le famiglie di quell’epoca, oltre a coltivare i campi, allevavano animali e potevano essere considerate autosufficienti. Invece no. Perché nella bottega di Mastro Di Domenico c’era una scelta così ampia di carne da poter soddisfare tutti i gusti. Uno dei figli del fondatore, Marino, ha le stimmate del commerciante ed eredita l’attività.
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