Spiedì, il Bilancio

Spiedì, un’azienda in salute. Il presidente Roberto Di Domenico: “Abbiamo investito milioni di euro in innovazione e promozione”

Spiedì srl
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Le scelte di non applicare aumenti al listino, presa dopo aver consultato i clienti, che non li avrebbero accettati, e di procedere con una serie di investimenti strutturali ha portato Spiedì a una crescita del 10 per cento nel triennio“. Roberto Di Domenico, fondatore e presidente di Spiedì, azienda leader nella produzione degli arrosticini e forte di una gamma completa che include anche Arrosticino IGP di ChianinaTartare IGP di Chianina e Hamburger, parla con orgoglio di un’azienda in salute, che ha chiuso il 2023 meglio di quanto si potesse prevedere.

“Abbiamo imboccato con decisione la strada dell’innovazione e l’abbiamo fatto nel momento più difficile a causa della congiuntura internazionale perché, teniamolo a mente, la guerra russo-ucraina, scoppiata proprio quando stavamo archiviando il Covid, ha fatto impennare il costo della materia prima, mettendo l’intero mercato delle carni tutti in difficoltà. In certe situazioni, si è tentati dal chiudersi a riccio, viene voglia di giocare in difesa. Noi di Spiedì, invece, giochiamo sempre all’attacco, con lo sguardo rivolto al futuro”.

Negli ultimi anni, l’azienda ha proceduto al restyling del logo, e dei pack, ha creato un nuovo sito internet, implementato la Blockchain e la ESG sui dettami dell’Agenda ONU 2030. Sarebbe già abbastanza, ma in realtà l’elenco degli investimenti è molto, molto lungo

Roberto Di Domenico | Presidente Spiedì srl

“Abbiamo ristrutturato interamente le facciate della nostra sede a Pescara, con materiale innovativo e dal forte impatto visivo”, continua il presidente Roberto Di Domenico. “L’azienda ha investito tanto, oltre un milione di euro, dotandosi di impianti fotovoltaico e termico e di una centrale termica. Ci sono anche un nuovo impianto antincendio e una nuova, modernissima linea di produzione. Il tunnel di abbattimento è di ultima generazione, con il freddo ‘sparato’ sopra e sotto il prodotto, e a basso consumo energetico perché il rispetto dell’ambiente è una delle nostre priorità. Lavori strutturali importanti sono stati fatti anche negli uffici. Un altro milione di euro, inoltre, è stato investito nelle attività promozionali”.

Spiedì, nel corso degli anni, sempre per via dell’attitudine a guardare oltre l’orizzonte, si è dotata di tutte le maggiori Certificazioni del settore: Abruzzo Blockchain, ESG, BRC, IFS, Arrosticino Certificato e Arrosticino d’Abruzzo. “Con orgoglio posso affermare che siamo in grado di controllare la filiera, per la tutela della qualità, e la tracciabilità dei prodotti”. Spiedì è sempre stata un’azienda dalla spiccata predisposizione all’innovazione. Dopo aver ideato e lanciato la cottura dell’arrosticino in padella, trasformando un prodotto tipicamente estivo, da cucinare all’aperto, alla brace, in un prodotto da gustare in un qualsiasi momento, a casa, ha implementato la cottura nella friggitrice ad aria, che è destinata a prendere piede. Nella friggitrice ad aria, infatti, tutte le caratteristiche dell’arrosticino, a cominciare dall’inconfondibile sapore, sono esaltate senza che in casa vengano lasciate tracce di fumo e di odori. Per concludere, il presidente ci regala una chicca. “A fine 2023 abbiamo elaborato, dopo un anno di ricerca e sviluppo, lo ‘Spiedino assai carino’, che presenteremo con tutte le tipologie di carni e di gusti nel corso del 2024. La strada dell’Arrosticino Dop d’Abruzzo è già avviata in sinergia con l’Ara Abruzzo, allevatori abruzzesi e Istituto zooprofilattico di Teramo”.

A cura di Marco Camplone Comunicazione d’impresa

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La storia di Spiedì ha una data ufficiale, marzo 1987, e una data non ufficiale, metà ‘800, prima dell’Unità d’Italia. Tra i due periodi corre oltre un secolo. Quattro generazioni. I bisnonni di Roberto e Marino, a Torre de’ Passeri, l’antica Turris Passum, letteralmente Torre del Passo, aprono una macelleria che pare un azzardo perché quasi tutte le famiglie di quell’epoca, oltre a coltivare i campi, allevavano animali e potevano essere considerate autosufficienti. Invece no. Perché nella bottega di Mastro Di Domenico c’era una scelta così ampia di carne da poter soddisfare tutti i gusti. Uno dei figli del fondatore, Marino, ha le stimmate del commerciante ed eredita l’attività.